mercoledì 17 agosto 2011

INCONTRI CASUALI e COMUNICATIVI a cura di Raffaella Del Giudice e Angelo Perrini



Ho incontrato, per la prima volta, la pittrice Raffaella Del Giudice il 25 giugno scorso in occasione della presentazione del libro "La guerra è un'offesa all'intelligenza degli umani" del celebre scrittore Prof. Rocco Labellarte, docente impareggiabile, amante dell'Arte in tutte le sue manifestazioni, "Maestro" legato ai suoi allievi da affetto paterno e dalla volontà di trasmettere loro gratuitamente, generosamente, tutte le sue conquiste intellettuali e spirituali e della cui amicizia mi onoro profondamente.
In quella occasione ho potuto ammirare, con l'intelletto e con il cuore, la forza travolgente che emana il dipinto di Raffaella Del Giudice "Il volto della sofferenza . XX Secolo" (per inciso la tela è conservata presso il piccolo Teatro di Adelfia ove si è svolta la presentazione del libro del Prof. Labellarte).
Un dolore sovrumano senza speranza traspare dai volti del dipinto.
Volti senza volto, nascosti per celare agli altri il proprio efferato dolore, ancora volti sprofondati in una tristezza senza confini ed insieme attoniti, quasi increduli di tanta crudeltà a loro afflitta; individui abbracciati l'uno all'altro in una sequenza di mortale agonia.
Si va insieme abbracciati verso la morte per non soccombere alla paura, per morire con dignità.
Quel dipinto mi ha folgorata, mi ha fatto entrare nell'anima della pittrice, mi ha fatto desiderare il suo dialogo, la sua amicizia.
Poi un successivo incontro presso il mio studio oculistico in Valenzano con Angelo Perrini e con la pittrice e la loro proposta di una mostra collettiva (di venti artisti pugliesi), da loro curata, presso il Castello Baronale Martucci in Valenzano.
Ho aderito subito con gioia e con vivo entusiasmo alla loro richiesta e ad entrambi va il mio sincero grazie, il mio consapevole ed incondizionato consenso ed i miei più calorosi auguri per tutta la loro attività e per l'ottima riuscita del prossimo Evento.
Desidero infatti che l'antica, storica struttura, vanto dei Valenzalesi, sia sempre a disposizione di tutte le espressioni dell' "Arte" e luogo di incontro di giovani e meno giovani per le promozioni culturali della comunità.

Matilde Falagario Martucci





INCONTRI CASUALI e COMUNICATIVI 
a cura di Raffaella Del Giudice e Angelo Perrini


CASTELLO DEI BARONI MARTUCCI
Valenzano, dal 13 al 30 agosto 2011

Patrocinata dal Club UNESCO Bisceglie, 
presieduto da Pina Catino seconda 

Vernissage 13 agosto ore 19.00
Orario di apertura dalle 18.00 alle 23.00 (tutti i giorni)

INAUGURA LA BARONESSA MATILDE FALAGARIO MARTUCCI

Interverrà lo scrittore Rocco Labellarte




ARTISTI

Barbara Antonelli

Sergio Auciello

Mariangela Cassano

Pina Catino

Giovanni De Serio

Raffaella Del Giudice

Deepak Pasquale Floro

Lucio Gacina

Maurizio Ghiglia

Raffaella Greco

Giovanna Lanave

Vito Matera

Gianluca Minnini

Angelo Perrini

Nino Perrone

Miriam Risola

Antonio Russo Trani

Delia Sforza

Roberto Sibilano

Michele Volpicella (Volp8)

LA VIGNA DEI BARONI MARTUCCI

Vecchia Cantina Martucci
Nel 1950 Pasquale Martucci, Barone di Valenzano, con i figli Celio, Giacomo, Nicola e Pietro Aurelio, inaugurano un importante stabilimento vinicolo in Valenzano, fornito di impianti enologici all'epoca decisamente d'avanguardia, completo di linea imbottigliamento e vasi vinari interrati e sopraelevati e un'ampia zona destinata agli uffici e sale di rappresentanza.
Il Barone curò di persona l'immagine delle bottiglie che portavano impresso a fuoco lo stemma della famiglia.

Nuova Cantina
"La Vigna dei Baroni Martucci"






Nell'anno 2003, al fine di completare la realtà produttiva aziendale del gruppo Martucci nel settore vitivinicolo, nasce il progetto di una nuova Cantina: "La Vigna dei Baroni Martucci" in Squinzano.
L'edificio, realizzato verso la fine del Novecento, conforme alla tradizione architettonica salentina, è stato completamente ristrutturato e dotato di modernissimi impianti tecnologici per la vinificazione pur nel rispetto e mantenimento della struttura architettonica preesistente.
Il progetto, divenuto oggi realtà, costituisce così il naturale completamento della filiera che porta il  gruppo di proprietà della famiglia Martucci a poter realizzare l'intero ciclo dall'uva al vino offerto sulle tavole dei consumatori.



Sede
Amministrativa
Via Tatarella, 3/A
Valenzano (Ba)
tlf +39 080 4671414

Sede
Operativa
Via Lecce, 65-69
Squinzano (Le)
tel +39 0832 725364


MASSERIA LAMIA DEI BARONI MARTUCCI


Il Barone Pasquale Martucci nel 1923 sposa la nobildonna Maria Galluccio Balsamo (figlia del Barone Galluccio di Galatina e di Anna Balsamo di Lecce).
La nobildonna Maria apporta così all'ingente patrimonio Martucci la Masseria Lamia in S. Pancrazio e Sandonaci in Provincia di Brindisi estesa per oltre 400 ettari.
I Martucci quindi trasferiscono il loro impegno di viticoltori e di produttori di vino nel territorio Brindisino, particolarmente vocato per questa produzione.
La masseria Lamia, probabilmente fondata nel XVI secolo dai monaci Basiliani - ed attualmente protetta da vincolo della Sovrintendenza ai Beni Culturali - si sviluppa su circa 3700 metri quadri e costituisce, nell'ambito della storia della Terra d'Otranto, un importante elemento di riferimento sia dal punto di vista storico che architettonico.
Attualmente la famiglia Martucci coltiva nell'azienda circa 75 ettari di vigneti a spalliera, la maggior parte dei quali sono iscritti nell'albo DOC del Salice Salentino (uve Negroamaro, Malvasia Nera e Chardonnay). A queste si aggiunge la produzione delle altre uve tipiche del Salento come il Primitivo, il Susumaniello, l'Aleatico e il Fiano di Puglia.
L'azienda produce anche olive da olio in regime biologico nel 60 ettari a nord dell'azienda, cereali e altri prodotti orticoli nei rimanenti 150 ettari.
Completano l'ordinamento aziendale circa 30 ettari di macchia mediterranea ricchi di arbusti ed essenze aromatiche intensamente profumati.

LO STEMMA DEL CASATO

Lo stemma è scolpito nella Cappella Gentilizia Martucci, all'interno della Chiesa di San Domenico in Altamura. E' di colore verde con leone rampante nella parte inferiore, azzurro con sei stelle nella parte superiore. L'azzurro rappresenta la giustizia e la lealtà, mentre il verde esprime la speranza, il senso dell'onore e della cortesia. Il leone simboleggia la forza, il coraggio e la magnanimità. In cima allo scudo è collocato un elmo d'argento bordato di oro, su cui posa la corona baronale.

CENNI STORICI




La Famiglia Martucci è originaria della Grecia. Intorno al 1340 un Martucci arrivò in Italia al seguito del Duca di Atene per poi stabilirsi in provincia di Bari in Conversano quando le fortune del Duca volsero al peggio.
In seguito la famiglia si stabilì in Altamura pur possedendo il feudo di Massanova in Calabria, mantenuto fino al 1595, quando il Barone Scipione Martucci lo cedette al Magnifico Antonello di Costanzo.
La Casata vanta numerosi dignitari ecclesiastici e valenti militari, tanto che il 15 ottobre 1797 il Cavaliere Domenico fu ammesso nel Sovrano Militare Ordine di Malta e nel 1831 i Cavalieri Domenico e Pietro furono gratificati dell'Ordine Costantiniano.
Da documenti conservati nell'archivio di Stato di Napoli nonché gli archivi di Calabria del XVI secolo si apprende che Teodoro Martucci fino al 1564 fu Barone di Massanova.
Il 1806 Pietro Aurelio Martucci (figlio di Domenico Eletto dei Nobili di Altamura e di Caterina Filo dei Conti di S. Susanna) Benemerito della Patria, Eletto e Patrizio di Alatamura, divenne il Barone di Valenzano, acquistando il Feudo.
I successori di quest'ultimo sono tutt'oggi proprietari dell'antico Castello.